Il lato più
evidente di una band come i Poison è la totale mancanza di contenuti socialmente impegnati e tematiche profonde.
È chiaro che del gruppo emergono solo l’aspetto “party song” dei
loro video e gli eccessi del periodo, ma io non farei comunque un'analisi
negativa, dato che queste sono proprio alcune delle loro principali caratteristiche. Magari esalteranno
troppo l’aspetto pop del movimento hair, ma non c’è dubbio che i Poison siano degli ottimi musicisti.
Probabilmente non lo sapete, ma nei loro lavori c’è spesso un tocco rock-blues
molto marcato, accompagnato da un grande chitarrista quale C.C. De Ville. A
parte il primo album, che escludo perché proprio non digerisco, i lavori
successivi sfornano pezzi davvero niente male, provare per credere. Poor boy blues del secondo album è davvero notevole, complici una chitarra accompagnata in wah wah e l’uso dell’armonica
a bocca. Da ricordare anche Stand, brano talmente carico di enfasi
da farci assaporare l’essenza dell’America nera. I cori, infatti, rievocano la potente voce delle donne di colore all’Aretha Franklin. Di questo
lavoro, ricorderei anche The Scream e Richie’s Acoustic Thang, un pezzo
strumentale bluseggiante e degno dei chitarristi più virtuosi. Non abbiate
troppi pregiudizi con i Poison: non se li meritano, dopotutto.
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