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venerdì 28 settembre 2012

POISON: NON SONO SOLO QUELLO CHE CREDETE


Il lato più evidente di una band come i Poison è la totale mancanza di contenuti socialmente impegnati e tematiche profonde.
È chiaro che del gruppo emergono solo l’aspetto “party song” dei loro video e gli eccessi del periodo, ma io non farei comunque un'analisi negativa, dato che queste sono proprio alcune delle loro principali caratteristiche. Magari esalteranno troppo l’aspetto pop del movimento hair, ma non c’è dubbio che i Poison siano degli ottimi musicisti. Probabilmente non lo sapete, ma nei loro lavori c’è spesso un tocco rock-blues molto marcato, accompagnato da un grande chitarrista quale C.C. De Ville. A parte il primo album, che escludo perché proprio non digerisco, i lavori successivi sfornano pezzi davvero niente male, provare per credere. Poor boy blues del secondo album è davvero notevole, complici una chitarra accompagnata in wah wah e l’uso dell’armonica a bocca. Da ricordare anche Stand, brano talmente carico di enfasi da farci assaporare l’essenza dell’America nera. I cori, infatti, rievocano la potente voce delle donne di colore all’Aretha Franklin. Di questo lavoro, ricorderei anche The Scream e Richie’s Acoustic Thang, un pezzo strumentale bluseggiante e degno dei chitarristi più virtuosi. Non abbiate troppi pregiudizi con i Poison: non se li meritano, dopotutto.




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