-Ciao ragazzi, in molti vorremmo sapere qualcosa di più su di voi. Come nasce il vostro progetto?
Alcio – Il progetto
nasce nel 1992, quindi tanto tempo fa, come modo per alcuni ragazzi di un
paesino in prossimità di Terni per esternare la propria voglia di esprimersi.
Nel corso degli anni, la band ha affinato il proprio modo di proporsi, ha
evoluto la stessa musica, sono cambiati i membri originali ma la voglia di
esprimere in musica il proprio io più profondo non è mai cambiata!
-Cosa
vi ha spinto a cantare in italiano?
Alcio – Inizialmente
è stata una scelta quasi obbligata dal fatto che il nostro primo cantante aveva
una forte cultura cantautoriale, amante dei grandi gruppi rock progressive
italiani anni 70 quali PFM e BMS. Con il tempo, quando anche la nostra musica
ha iniziato a configurarsi secondo le attuali coordinate tipiche S.R.L., è
diventata una scelta consapevole e, secondo me, uno dei punti di forza della
nostra proposta.
-La
vostra musica viene fuori da diverse influenze musicali, come siete riusciti a
conciliarle tutte insieme?
Alcio – Beh.....
penso che sia tutto dovuto alla condivisione del progetto S.R.L.: ognuno di noi
sa che lo scopo finale di ogni singolo riff proposto in sala prove, sia quello
di creare un brano che rispecchi quello che è il concetto di musica degli
S.R.L. non del singolo che lo ha pensato. Alla fine è un processo più semplice
di quanto si pensi, basta focalizzare l'attenzione su quello che è l'interesse
comune e non quello del singolo.
Luca – Ognuno di noi
ha il proprio bagaglio musicale alle spalle che contribuisce alla realizzazione
di un pezzo nella sua fase di stesura. E' chiaro che, prima che si arrivi alla
fine di questo processo, un pezzo debba essere vagliato più e più volte in fase
di arrangiamento, in quanto deve soddisfarci a pieno. Fortunatamente le nostre
“diversità” musicali non sono poi così accentuate, anzi, molto spesso il
risultato finale è un'esatta convergenza delle nostre idee su ogni brano.
-Al
giorno d’oggi il metal è visto ancora con pregiudizio da tanta gente. Come
hanno reagito le persone al vostro stile musicale?
Alcio – I tempi sono
cambiati dai nostri esordi: ora il metallaro è più “accettato” nella società
rispetto a quando (per esempio) io ero un adolescente! Il nostro cruccio
iniziale è stato più che altro quello di riuscire a far digerire al pubblico
abitato al metal cantato in inglese, il fatto che utilizzassimo la lingua
italiana.
Luca – Anche se
ancora oggi da parte dei media c'è la brutta tendenza a parlare di metal solo
quando ci sono di mezzo fatti di cronaca, viviamo in un'epoca in cui questo
preconcetto del metallaro “assassino” e “assetato di sangue” è stato
fortunatamente debellato. Rimane il problema di fondo che il metal non sia
sicuramente un genere alla portata di tutti e questo deriva in primo luogo da
una generale mancanza di cultura
musicale da parte di un pubblico medio, abituato a tutt'altro tipo di
musica. In questo contesto, anche noi abbiamo contribuito a metterci del
nostro, perchè siamo tra i pochi a suonare metal cantato in italiano in un
mondo completamente anglofono. Non che la cosa ci dispiaccia, anzi, per noi è
un punto di forza. E questa nostra caratteristica viene generalmente ben apprezzata
per l'uso che facciamo dell'italiano nei nostri testi.
-Come
viene fuori l’idea del concept album e in che modo l’avete sviluppata ?
Alcio – L'idea fu di
Khaynn, il nostro cantante. Lui se ne è uscito fuori con l'idea, con il titolo
del disco e con l'ossatura del disco diviso in atti. Sviluppare poi questa idea
ci ha assorbito in maniera particolare, perché dovevamo anche tarare le
dinamiche dei pezzi al mood dei testi, ma anche al posizionamento negli atti e
nella disposizione che ritenevamo più adatta di ogni singolo brano all'interno
della tracklist del disco. Ammetto che ci abbiamo dovuto ragionare parecchio,
ma alla fine il risultato ci ha soddisfatti in pieno!
-A
cosa è legato il titolo dell’album in latino?
Alcio – Il nostro
mini del 2000 (“Requiescat in Pace”) fu il primo disco con un titolo latino, e
sintetizzava quello che era l'argomento di cui si parlava in tutti i 5 pezzi
che lo componevano: la morte vista sotto diversi aspetti. Quando andammo a
decidere un titolo per l'album seguente, “In Memoria Temporis”, pensammo fosse
divertente utilizzare sempre un titolo latino e magari di 3 parole (come i suoi
due precedessori)... e così nacque questo nostro vezzo! Peraltro, da ferventi
sostenitori dell'italico idioma per i nostri testi, ci sembrava in linea con la
nostra filosofia utilizzare il latino, come a sancire il nostro legame con la
nostra terra.
-Com’è
stato condividere il palco con band come Entombed
e Anathema?
Alcio – Dividere il palco con bands che hai sempre
ascoltato da fan è sempre una bella emozione. Per me che sono un fan degli
Entombed della primissima ora, posso dire che è stata davvero una bella
esperienza. Pensa: mi sono anche fatto autografare il loro “Left Hand Path” che
custodisco gelosamente in 33 giri prima stampa! Sembro un deficiente solo a
parlarne, lo ammetto, ma per me è stato molto emozionante. Peraltro sono anche
persone alla mano e disponibili alla chiacchiera. Dal vivo poi sono una bomba.
Luca – Quella con gli
Entombed è stata una vera e propria avventura. Anzitutto, si trattava del primo
live con la band, quindi ti lascio immaginare il mio stato d'animo. In secondo
luogo, per tutti è stato come suonare in Svezia, perchè quella sera...si è
messo a nevicare! Gli stessi Entombed ci sono pure rimasti male, perchè pensavano
di venire nel paese del sole e del mare...e si sono ritrovati nelle stesse
condizioni climatiche di casa loro!
-Come
vi sentite al pensiero di essere alla realizzazione del vostro quinto lavoro?
Alcio – Personalmente
mi sento vecchio! Ahahahahah! Scherzi a parte: è una gratificazione importante,
soprattutto dopo tutto il tempo speso per arrivare a questo traguardo. È anche
una fonte di energia, perché davvero abbiamo avuto tutta una serie di problemi,
nel lungo periodo in cui abbiamo preparato il disco, che hanno rischiato di
mettere in discussione tutto. Vederlo stampato, sentire che ha un buon suono e
sapere che sta piacendo è una fonte di energia (rinnovabile) che non immagini!
-Com’è
nata la collaborazione con la Revalve records?
Alcio – Ci è piaciuto
il modo in cui si sono proposti. Un approccio pragmatico ed efficace, dettato
soprattutto dal fatto che si capiva come credessero fermamente nel nostro
prodotto. Avevamo ricevuto anche altre proposte interessanti, una peraltro a
cui è stato difficile dire di no, ma ci siamo resi conto in Revalve avevamo
capito lo spirito S.R.L. ed avevano capito quale fosse il modo giusto per
promuovere il nostro lavoro.
-Parlando
del lavoro di stesura dell’album, c’è qualche aneddoto interessante o
divertente che potete raccontarci?
Alcio – Possiamo
dirti che rispetto ai precedenti lavori, ci siamo ritrovati con 23 provini di
brani più o meno completi su cui lavorare. Ne selezionammo 12, se non ricordo
male, e poi iniziammo a lavorare su di quelli... e alla fine il disco è stato
praticamente riscritto 3 volte, con brani arrangiati più volte per cercare di
esaltare quelli che avevamo individuato fossero i punti di forza. È stato un
lavoro che ci ha portato via tanto tempo, ma davvero volevamo fare del nostro
meglio!
-Cosa
ne pensate del panorama metal italiano? Quali band vi piacciono di più?
Alcio – Io ho una
predilezione per i gruppi che osano: rispetto molto per le loro scelte
musicali, ma anche e soprattutto come persone, gli Infernal Poetry, con i quali
abbiamo diviso il palco moltissime volte. Sono dei ragazzi in gamba che hanno
saputo osare e reinventare la loro proposta estrema inserendo delle parti
davvero schizoidi. Anche se non sono più una realtà nazionale, ma hanno fatto
il salto di qualità (quello vero) i Fleshgod Apocalypse, che suonano il death
metal come piace a me. Si meritano davvero il successo che stanno avendo!
Luca – Subhuman,
Zippo, Folkstone, Buffalo Grillz...in casa nostra abbiamo gruppi che non hanno
assolutamente niente da invidiare a quelli stranieri. Basta vedere ciò che
stanno facendo i Fleshgod Apocalypse in giro per il mondo, o gli Hour Of
Penance...e potrei continuare. Col tempo le nostre band hanno fatto passi da
gigante e si sono sapute imporre in un mercato che fino a qualche anno fa non guardava
all'Italia nemmeno con il binocolo. Il difficile sta nel confermarsi, ma vista
questa positiva evoluzione nel tempo, non si può non essere fiduciosi.
-Ho
saputo che sabato 6 ottobre c’è stato il party per la release del vostro album,
come è stato? Che sensazioni avete provato ad essere le star della festa?
Alcio – Beh, non
credo proprio che possiamo definirci le star perché giocavamo in casa e c'erano
moltissimi nostri amici. Il concerto è andato benone. Di gente ce ne era molta,
tutti hanno pogato e si sono divertiti, i Kerosene special guest della serata
hanno davvero suonato un bel concerto ed infiammato i presenti e ci ha fatto
piacere vedere che ci fossero persone che si erano spostate di parecchi
chilometri per venire a Terni a vederci. Sai, quando si presenta un disco nuovo
si è sempre un po' sulle spine perché non si sa mai se può essere apprezzato...
ma la reazione dei presenti è stata entusiasmante e ci ha caricato non poco!
Davvero una bella serata!
Luca – Io ho provato
la sensazione di aver perso almeno 2kg per quanto ho sudato, ahahahah! Dieta
fulminea a parte, è stata una bellissima serata, dal soundcheck ai saluti
finali alle 3:30 del mattino. Ci eravamo preparati a lungo per questo concerto,
studiando un'apposita scaletta che ripercorresse tutti i brani del nuovo disco,
più qualche chicca finale dal vecchio repertorio S.R.L.; la risposta della
gente è stata grandiosa e la cosa ci ha davvero galvanizzato!
-Quali
sono i vostri programmi per il futuro?
Alcio – Riuscire a
suonare quante più date possibili per promuovere il disco, vedere se riusciamo
a suonare anche all'estero, visto che negli anni di riscontri positivi da
Germania, Polonia, Belgio e posti impensabili come l'Argentina, ne abbiamo
avuti parecchi, e visto che il disco sarà distribuito anche in Nord America e
Giappone (oltre che in tutta Europa). Preparare nuovi brani e fare un altro
disco. Insomma... .le solite cose! Stiamo preparando qualcosina di interessante
(speriamo) anche per festeggiare i 20 anni di attività della band. A breve
avrete maggiori dettagli!
-Dove
suonerete nei prossimi giorni?
Luca – Per ora
abbiamo programmato delle serate a Roma, Arezzo e Salerno. Altre sono in via di
conferma. Per rimanere costantemente aggiornati sui nostri spostamenti e su
tutte le novità del gruppo, seguiteci sul nostro sito www.s-r-l.it e sulle nostre pagine sui vari social network:
www.facebook.com/srlmetalband
www.twitter.com/SRLmetalband
www.reverbnation.com/srl www.youtube.com/srlmetal
Ringraziamo vivamente
gli S.R.L. per l’intervista e cogliamo l’occasione per far loro un grande in
bocca al lupo per il nuovo album De
Humana Maiestate!
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