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lunedì 11 febbraio 2013

SMELLY BOGGS: POWER GLAM ROCK DALLA TOSCANA



Una band semplicemente storica. Dal 1993 con orgoglio sulla nostra fottuta penisola che consacra solo Amici, San Remo e X-Factor. Ragazzi che hanno i coglioni e che sono stati capaci di creare un esempio concreto di qualcosa di riconducibile alla scena della Los Angeles degli anni ottanta, dove l’hair metal, il glam e lo sleaze dominavano.

 Quello che hanno fatto gli Smelly Boggs è qualcosa di incredibile. Dare vita ad uno stile così intriso di storia negli ultimi anni di vita dell'hair è un’impresa veramente ardua. Oltre ad essere tra i pionieri in Italia, sono gli antecedenti storici, i padri, di tante band che oggi seguono le loro orme, come i 17 Crash, che ho avuto il piacere di recensire, altro gruppo toscano di rilievo.


La band pubblica il demo tape D.L.B., nel 1995. Nel 1997 sono presenti con la hit Sexy Telephone nella compilation The Pink and The Black, prodotta dall’etichetta americana Delinquent Records in compagnia di band come Twisted Sister, D’Molls, Pretty Boy Floyd e Foxy Roxx. Successivamente Spin Magazine li recensisce ottimamente come band europea.




Nel 1999 danno alla luce il loro omonimo album distribuito dall’etichetta milanese SELF. Il power glam rock che ne viene fuori è una bomba ad orologeria! I riff sono travolgenti e puramente rock’n roll, le parti solistiche sono semplicemente perfette, mature e squillanti al punto giusto, come testimonia la padronanza nell’uso dei legati e negli armonici artificiali. L’album è orecchiabile, carico di adrenalina, una grande testimonianza di un genere che non è tramontato mai. I brani sono studiati al millimetro, e ogni membro fa parte di un’anima sola, quella della band, dove questi quattro ragazzi hanno stretto un patto fraterno, che lega le loro vite e la loro maniera di intenderle. Come se non bastasse, parliamo di eccellenti musicisti, la stessa voce è uno dei punti di forza, visto che nel genere ogni tanto non se ne sono sentite di bellissime. Gli Smelly Boggs sono uno dei pochi esempi degni di nota del filone glam ed hair metal in Italia.



Il brano che sintetizza in pieno la loro essenza è quello di apertura del loro omonimo full-lenght: One Damned Reason, dove il riff iniziale è accompagnato da una batteria scandita ed efficace e dalla voce graffiante del frontman. Un gran ritornello completa l’opera.
Altrettanto efficaci sono le parti strumentali delle canzoni e i cambi, anche in questo caso rimando a One Damned Reason, una canzone manifesto, oserei. Anche gli altri brani hanno un tocco particolare, spesso anche dal carattere punkeggiante e dallo stile “party song”. The Day of the Shit è talmente vera che sembra esser stata concepita all’inizio degli anni ottanta, è un altro dei capolavori di quest’album. Uno degli aspetti più importanti è senz’altro il sound della band, che ne certifica la validità e l’autenticità, non servono altri aggettivi.
Anche in questo caso ci tengo a ripetere che per gente come noi, italiani amanti del metallo, prigionieri di una terra che non ci capisce, diventa fondamentale sostenere band così, band che dal vivo danno sempre il meglio, e che non ci fanno mai pentire di essere andati ad un loro concerto.

Non perdetevi gli Smelly Boggs! C’è da andarne fieri che siano italiani! Rimanete sintonizzati per i prossimi live!

Buon ascolto!



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