Le
superband rappresentano sempre un enigma apparentemente irrisolvibile. Le
ascoltiamo per l’elevato tasso tecnico? Perchè siamo grandi fan di uno dei
membri? Oppure perchè ci trascinano con le loro melodie purissime come una
qualsiasi altra band? Bella domanda...
Una
superband è un gruppo musicale composto da musicisti noti per un livello
tecnico elevatissimo, associato quasi sempre al virtuosismo. Sono progetti che
durano solitamente poco. Se tutto va bene si parla di tre o quattro album al
massimo. Tra le caratteristiche che emergono c’è innanzitutto la quasi totalità
di un pubblico anch’esso musicista, dedito a spulciare materiale utile per lo
studio o semplicemente per esaltarsi, vista la grande passione per lo
strumento. L’altissimo livello tecnico risulta un’arma a doppio taglio, visto
che attira i musicisti di un certo tipo, ma non entusiasma troppo i restanti
fruitori del mondo musicale. Altro aspetto da menzionare è il fatto che la band
cerchi comunque di venire incontro agli ascoltatori, ma in maniera non sempre
azzeccata. Non mancano, infatti, melodie pop e intermezzi di più facile
accessibilità musicale.
Oggi vi presento una band che per la prima volta mi ha
entusiasmato come un gruppo normalissimo. Vi presento i The
Winery Dogs: Richie Kotzen (Poison, Mr. Big) – voce, chitarra, tastiera, percussioni. Billy Sheehan (Mr. Big, Dave Lee Roth) –
basso, voce. Mike Portnoy (Dream Theater) – batteria, percussioni,
voce. I
The Winery Dogs non sono di
facilissimo approccio, è vero, ma basta farci un pò l’orecchio e ne varrà
assolutamente la pena comprare un loro cd. Le influenze riconducenti al rock
classico sono una garanzia assoluta. Differentemente dalle altre superband,
questo trio lascia intendere che ci sia davvero un feeling profondo tra i vari
componenti. Non sembra un progetto temporaneo solo per fare soldi, tantomeno
una registrazione di cover in chiave jam session. i The Winery Dogs sono una band compatta e dalla formula
perfettamente equilibrata, visto che tutti i musicisti
sono anche coristi.
I brani sono naturali, espressivi e gli intermezzi
virtuosi sono presenti col contagocce. I ritornelli melodici catturano l’ascoltatore
e lo trasportano emotivamente senza alcuna difficoltà. Mi azzardo a dire che esprimono
una naturalezza unica nel suo genere. Il sound della band è arricchito dagli
stilemi tipici della personalità forte di ogni musicista. Questi diversi
elementi coesistono perfettamente e tracciano l’anima del gruppo in maniera
netta e terribilmente funzionante. La straordinaria abilità compositiva viene
fuori canzone dopo canzone attraverso spiccata versatilità. L’indole della band
abbraccia manifestazioni emotivo-musicali diverse, il tutto con straordinaria
eleganza. Buon divertimento con i The Winery Dogs!
PS: Non perdetevi l'evento di quest'estate!!!!
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