Il progetto Sirgaus nasce nel 2011, per iniziativa del bassista Mattia Gosetti. La passione per la musica sinfonica e le influenze rock/metal degli anni novanta permettono la formazione di una band dall’espressione musicale davvero unica.
Il
loro ultimo disco, Sofia’s forgotten
violin, richiama un insieme di sfumature artistiche davvero niente male. Le
atmosfere create dalla band esaltano la musica classica in direzione di
un’originalità ben diversa da quella consueta delle gothic band con voce
femminile.
La
musicalità dei Sirgaus si dipinge di poesia e sentimento, all’insegna di
atmosfere che rimandano molto alla cinematografia. Il timbro vocalico femminile
proviene da filoni musicali diversi rispetto al metal. Le varie influenze si
mescolano perfettamente creando un risultato originalissimo accompagnato spesso
da voce lirica maschile.
Un
altro effetto che traspare dai brani della band è una sensazione di lontananza
ben sviluppata dalla scelta del sound piuttosto cupo, ma non dovuto alla scelta
di sonorità pesanti. L’idea è sempre quella che orizzonti musicali totalmente
diversi convivano perfettamente. La profondità strumentale adottata dai Sirgaus
è ricca di sentimento. Le due voci si esprimono attraverso melodie lunghe e ben
delineate, enfatizzando il lato melodico che cattura subito l’attenzione
dell’ascoltatore.
La
scelta di fare musica di questo tipo è frutto del coraggio di esprimere le
proprie passioni senza freni. Un disco così può essere captato da pochi.
L’essenza di questa musica risiede nell’attenzione al dettaglio, nell’apertura
verso melodie che trascendono dal nostro immaginario odierno. Accettare che ci
siano sfumature musicali di cui ignoriamo l’esistenza è il primo passo per
apprezzare questo album, che di certo non può essere ascoltato tutti i giorni e
in tutti i momenti.
I
brani si riallacciano a momenti di riflessione unici. La voce in lontananza è
arricchita dalla potenza della chitarra metal. Gli archi, i violini e tutti gli
strumenti diversi impiegati nel sottofondo creano uno spazio d’ascolto che
sembra quasi narrativo.
Sofia’s forgotten violin
è un disco poco definibile. C’è metal, rock, sinfonia, opera, e tanto tanto
altro. Consiglio questo album a chi crede nella musica senza confini e priva di
divisioni forzate di genere. Buon ascolto!
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