Oggi
vi presento un progetto davvero diverso dal solito, gli ArrJam!
La
musica di questa band si propone di partire dal concetto puro di improvvisazione.
Prendere gli strumenti in mano e aprirsi interiormente è il punto di partenza
per fare musica di sentimento. Quelli che vedrete saranno esperimenti musicali
multigenere, tutto all’insegna della sana jam session, componente primordiale
nel processo di composizione di ogni buona band che si rispetti.
Molti
dei brani che ci sono giunti nella storia sono frutto di colpi di genio,
intuizioni, tutta una serie di lampadine accese nel corso di improvvisazioni in
sala prove, il vero fulcro all’interno della creazione dei brani. Molti dei riff
più famosi della storia del rock son venuti fuori in pochi secondi, anche in
momenti di relax, perché l’ispirazione non avverte quando arriva, questo è
risaputo.
La
musica degli ArrJam è pura,
passionale, e cosa più importante questi ragazzi danno davvero l’idea di
divertirsi. Il disco lascia intendere un’ottima padronanza dello strumento per
tutti i musicisti, tanta voglia di fare e una versatilità unica.
L’espressione
musicale che si sussegue in Session One,
questo è il nome dell’album, alterna brani strumentali e cantati. I momenti che
si susseguono sono caldi e genuini. Bello il timbro di voce, il sound scelto,
le parti soliste, le scelte del drummer.
Posso
confermare che le molteplici sfumature che questo lavoro può proporci non sono
mai scontate, e soprattutto non escono da un contesto energico e vitale. Le
track presenti presentano un’identità propria, che propone colorazioni
differenti e allo stesso tempo affini.
È
un disco che consiglio vivamente ai musicisti; c’è materiale per lo svago e l’apprendimento.
Allo stesso tempo è un lavoro proponibile a chiunque, purché ci si appresti all’ascolto
con un minimo di esperienza in ambito rock, va bene di qualsiasi tipo.
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